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Ancora una volta il WWF è costretto a denunciare un lento (neanche troppo) e apparentemente inesorabile scempio ambientale.

In tutta la regione si stanno verificando e si sono verificati tagli boschivi devastanti che hanno colpito violentemente la biodiversità, il paesaggio e l’assetto idrogeologico del territorio. I volontari del WWF che sono al lavoro per il progetto Forest for Life Toscaa ma anche i semplici cittadini che hanno contribuito alle segnalazioni di tagli particolarmente impattanti attraverso il sito del progetto, hanno appurato con i loro stessi occhi interi versanti denudati dai tagli, profondi solchi prodotti da macchine infernali, ceppaie divelte e tronchi spezzati, ruscelli il cui corso è stato totalmente messo allo scoperto o alterato dal passaggio dei mezzi, querce centenarie tagliate senza ritegno.

Tra le aree particolarmente colpite, come mostra la mappa delle segnalazioni nel sito e come hanno rilevato anche i giornali, ci sono le colline livornesi, i boschi costieri del territorio grossetano e quelli dell’interno fino al Monte Amiata, e soprattutto il territorio senese, in particolare il Chianti, la Montagnola Senese e la val di Farma, saliti alla ribalta nella stampa di questi ultimi mesi.

Queste zone sono molto differenti tra loro. Il Chianti ha una vocazione turistica e vitivinicola, la Montagnola è coperta in prevalenza da boschi di leccio e particolari ambienti carsici, la val di Farma è un’ area selvaggia e vocata alla natura incontaminata e all’escursionismo. In tutti i casi si sono verificati tagli indiscriminati e privi di logica, su molti dei quali stanno indagando i Carabinieri forestali, come si legge nei sempre più numerosi articoli di denuncia di associazioni, comitati e cittadini stanchi di questi scempi.

Il Chianti vede ormai da diversi anni un’opera di saccheggio indiscriminata. Grosse aziende agricole “regalano” ad imprese forestali i loro boschi, ritrovandosi poi un territorio devastato e che non darà frutto economico per almeno 30 anni. Come risultato abbiamo ambienti delicati ed importanti compromessi. Vale la pena di ricordare che molti di questi tagli avvengono e sono avvenuti all’interno di un Sito della rete europea Natura 2000, la ZSC Monti del Chianti che con i suoi 7.900 ettari , risulta una delle aree di interesse ambientale più vaste della Provincia di Siena. Nonostante il lavoro egregio del corpo dei Carabinieri forestali, i tagli fuori norma continuano, gli habitat forestali che si dovrebbero tutelare continuano ad essere mal gestiti e il paesaggio si perde anno dopo anno. Episodi particolarmente gravi si sono registrati nei comuni di Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e Castellina in Chianti. Nel corso degli ultimi anni 10 anni il WWF ha rilevato, anche grazie all’analisi di immagini satellitari, interventi di taglio su oltre 700 ettari. Una cifra impressionante che rappresenta il 13% dei boschi del sito, alla quale sono da aggiungere gli ultimi impattanti tagli avvenuti nell’inverno appena trascorso.

Nella Montagnola Senese, altro sito della Rete europea Natura 2000, i tagli hanno snaturato negli anni l’intero Monte Maggio e recentemente anche i particolari boschi di dolina come quella del Fondo Buio, alterando anche la sentieristica escursionistica e antichi tracciati selciati.

In val di Farma, anch’essa sito Natura 2000, i tagli hanno coinvolto boschi di grandissimo pregio, ricchi di faggi, agrifogli, felci rare come l’osmunda, querce secolari e di una fauna altrettanto particolare. Anche in questo caso l’inerzia delle istituzioni ed una normativa regionale totalmente inadeguata hanno permesso un progressivo depauperamento del patrimonio inestimabile di biodiversità di questa valle. Oltre 1.200 ettari i boschi tagliati a ceduo in questo sito dal 2010 al 2020, ben il 14% della superficie dell’area protetta in 10 anni. Non importa la presenza del gatto selvatico, non importa la nidificazione di diversi rapaci, non importano le sorgenti che arricchiscono di acque il Farma e che permettono la presenza della salamandrina dagli occhiali, il denaro facile passa sopra a tutto.

In Toscana si potrebbe creare una filiera del legno di pregio, che porterebbe maggiori benefici all’intera comunità, ma niente da fare, il ceduo continua a devastare imperterrito il territorio lasciando dietro di sé la distruzione di beni di tutti e il guadagno per pochi.

Come si pensa di raggiungere gli obiettivi della Strategia Europea della Biodiversità, che vorrebbe il 30% del territorio protetto, se non si riesce nemmeno a proteggere le aree protette esistenti? Se non si porranno limiti seri nelle aree degne di tutela, non si otterranno risultati. Se non si daranno finanziamenti volti a conservare la natura e a creare filiere forestali davvero virtuose le parole della politica suoneranno come vuote e ridicole promesse. Altro che transizione ecologica.